FINANZA &MERCATI

 
 
 
Crisi del credito: Borse, Governi e Banche centrali
 
HOME DEL DOSSIER
Cronaca / Europa e Mondo
Le mosse dei Governi
Politiche monetarie
Borse / Analisi
Petrolio e valute
Banche e depositi
Interviste
Analisi e commenti

Berlusconi: «Nessuno perderà un euro»

di Davide Colombo

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
9 ottobre 2008

«Nessun risparmiatore perderà un euro e nessuna banca fallirà». Silvio Berlusconi mette un «timbro notarile», questa l'immagine scelta per comunicare il senso del decreto varato ieri sera, sulle dichiarazioni già rese mercoledì scorso a Napoli: la crisi internazionale che sta investendo gli istituti di credito avrà effetti molto contenuti nel nostro Paese «perché i livelli di liquidità e patrimonializzazione sono elevati».

Al termine di una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri durata meno di mezz'ora, in sala stampa arrivano assieme al premier il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che dopo aver partecipato a una conference call con i ministri delle finanze del G4 europeo e il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, aveva illustrato nel tardo pomeriggio i contenuti del decreto al presidente Giorgio Napolitano, e il governatore della Banca D'Italia Mario Draghi, che ha deciso di rinviare la sua partenza per Washington, dove oggi si aprono gli incontri annuali del Fondo monetario internazionale, del G-7 e del Financial Stability Forum di cui è presidente.

Il governo italiano non assumerà dunque iniziative di nazionalizzazione delle banche «com'è avvenuto in Gran Bretagna, o in Francia o in Belgio – ha sottolineato Berlusconi – perché la nostra situazione è molto diversa e meno grave». Il Tesoro si impegna invece a intervenire per soccorrere le banche qualora eventuali operazioni di ricapitalizzazione non venissero raccolte dal mercato: «Ma lo Stato potrà acquistare solo azioni privilegiate senza diritto di voto – precisa subito il presidente del Consiglio – perché deve essere salvaguardata la privatizzazione delle banche».

La garanzia dello Stato arriva anche per i depositi dei correntisti, già protetti dal Fondo interbancario di garanzia «con uno dei livelli più elevati d'Europa. Ma davvero – allarga le braccia Berlusconi – gli italiani devono stare tranquilli e non devono correre agli sportelli perché non credo affatto che il materasso possa essere una cassaforte migliore delle banche».
La preoccupazione è invece che le banche si chiudano al mercato, facendo mancare l'ossigeno alle imprese. L'intervento coordinato delle banche centrali sui tassi d'interesse è il segnale più forte di fiducia. Ma ancora più importante è stata la scelta di assicurare prestiti alle banche senza limiti, per tempi prolungati e con richieste di garanzie collateriali più limitate. Sia Berlusconi che Tremonti hanno parlato di «inversione logica» maturata dopo l'Ecofin, per evitare in ogni modo che la crisi finanziaria possa trasferirsi all'economia reale.

«Per la Borsa il discorso è diverso – ha poi osservato Berlusconi – perché in questo momento sta procedendo nella direzione opposta alla crisi del '29: quella crisi si era prodotta perché c'erano delle società che non avevano il valore corrispondente ai titoli rappresentati in Borsa. Quindi una società che valeva 100 era stata trattata a mille quindi ad un certo punto... e tutto crollò». In queste settimane sta avvenendo il contrario: «ci sono società che valgono 100 e che il mercato stima a meno di 100 - insiste il premier – lo abbiamo visto questa mattina osservando l'andamento di titoli in Borsa come Enel, Eni o Mediaset, imprese che continuano a guadagnare, che non hanno riduzioni di utili e che, quindi, mantengono il valore che avevano qualche settimana fa». Insomma un bolla speculativa al contrario, «e naturalmente nessuno di noi può dire quando rientrerà. Ma certamente il mercato tornerà a valutare le aziende secondo la loro vera capacità reddituale».

Il testo definitivo del decreto è stato messo a punto in nottata per poi essere inviato al Quirinale per la firma del capo dello Stato. Giorgio Napolitano nelle ultime settimane ha seguito con attenzione la crisi internazionale dei mercati, anche avvalendosi di una fitta rete di contatti e di rapporti in ambito europeo. E nell'incontro di due giorni fa con Berlusconi non aveva nascosto la sua preoccupazione per la situazione di grave difficoltà. Quanto al dialogo tra maggioranza e opposizione, Napolitano non è voluto entrare nel merito di una partita che è tutta politica. Ma il presidente ha raccomandato che questa situazione – così come tutte quelle che riguardano da vicino l'interesse generale del Paese – venga affrontata con «spirito costruttivo» e nella sola logica del bene collettivo.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-